Tenute Silvio Nardi

Emilia Nardi con Emanuele Nardi, Angelica Mancini Nardi e Filippo Nardi

Montalcino (SI) – «Guardare sempre avanti e non fermarsi mai perché anche un traguardo che sembra lontanissimo può diventare a portata di mano adottando la politica dei piccoli passi». Una strategia vincente, a giudicare dai brillanti risultati raggiunti, quella di Emilia Nardi, che dopo essersi rivelata imprenditrice vitivinicola di successo alla guida delle Tenute Silvio Nardi, l’azienda agricola di famiglia in quel di Montalcino, è stata nominata due anni fa presidente del Gruppo Nardi, marchio leader nel settore delle attrezzature per la preparazione del terreno, con sede a Selci Lama, in provincia di Perugia. «Gestire un’azienda – racconta colei che la stampa ha definito la “Marcegaglia dell’Alto Tevere” – era un sogno che avevo fin da bambina, quando in bicicletta percorrevo in lungo e in largo la fabbrica paterna. Nel 1985, all’età di vent’anni, mi è stata data l’opportunità di lavorare alle Tenute e lì, di pari passo con l’approfondimento delle mie conoscenze, ho cercato di affiancare alla tradizione la ricerca scientifica, uno strumento di lavoro fondamentale per rafforzare la qualità».

Rientrano in quest’ottica un ambizioso piano di reimpianto dei vigneti che, con la sostituzione di 4 ettari all’anno, porterà nel 2014 al rinnovo dell’intera superficie vitata (80 ettari) ed un complesso progetto di selezione clonale, tratta dai vecchi vigneti aziendali ed applicata ai nuovi, dal quale sono scaturiti 5 cloni ormai prossimi alla registrazione in grado di fornire un prodotto di altissimo livello, con caratteristiche riconducibili unicamente alle Tenute Silvio Nardi. Qualità intesa dunque come identità dell’azienda «che non è data dal proprietario – sottolinea Emilia Nardi – bensì dal territorio perché ogni terra marca i propri frutti con dei profumi e dei sapori particolari, e questo è tanto più vero quando si ha a che fare con il vino». Ma anche la tecnologia è chiamata a svolgere il proprio ruolo, come dimostra la strumentazione all’avanguardia presente nella cantina delle Tenute. «Nel 2003 ho ricevuto dal ministero delle Politiche agricole il premio De@ Terra per l’innovazione introdotta in azienda, a partire dalle analisi di maturità fenolica delle uve», fa presente l’imprenditrice con un pizzico di orgoglio.

Oggi alle Tenute Silvio Nardi si producono annualmente circa 250mila bottiglie di vino, con una quota export del 70%. Perno della gamma dei vini aziendali il Brunello di Montalcino, declinato in uno stile che Emilia Nardi definisce “classico moderno”, vale a dire «moderno per l’elevato contenuto tecnologico, classico perché, avendo un’identità che proviene dai suoli, manifesta un gusto ben delineato che il consumatore potrà ritrovare nelle diverse annate». Nel 2004 al cru Manachiara, autentico gioiello di famiglia, è stato affiancato il Poggio Doria le cui uve provengono dall’omonimo vigneto. «Manachiara sta per mattina chiara, con riferimento alla levata del sole mentre Poggio Doria identifica una collina che al tramonto si colora di riflessi dorati. Il primo è il vino che abbiamo scoperto, vinificando separatamente le uve di un vecchio vigneto che ha sempre dato ottimi frutti, il secondo è il vino che abbiamo creato, con l’aiuto della terra».

Per l’erede di Francesco Nardi, l’avo che a fine Ottocento trasse ispirazione da una biennale esperienza lavorativa statunitense per la costruzione di un nuovo aratro, il “voltorecchio” – all’epoca così all’avanguardia da venire citato come “Nardi System” nell’enciclopedia americana di agricoltura moderna – la presidenza del Gruppo Nardi rappresenta una sorta di chiusura del cerchio, un ritorno alle origini. «Mi hanno voluta al timone del Gruppo perché, essendo per età l’ultima rappresentante della terza generazione, ero la più adatta a far da cerniera con le nuove leve pronte ad entrare in azienda», minimizza l’intervistata. In realtà ad Emilia Nardi va il grosso merito di aver messo a frutto in questo incarico la propria esperienza di agricoltore ponendo in primo piano le esigenze di chi lavora nel settore primario.

Un nuovo approccio che ha portato ad una revisione e razionalizzazione dei processi produttivi, in vista di una maggiore efficienza e di una rinnovata “mission” aziendale scandita dallo slogan “Nardi: implements for professional farming”. Parallelamente, trasferendo nel comparto della meccanizzazione agricola delle formule proprie del mondo del vino, dove il prodotto viene fatto degustare ad un’ampia platea di potenziali consumatori, sono state organizzate nell’azienda agricola di Montalcino una serie di prove in campo, rivolte ad una clientela nazionale ed internazionale. «Per il breve-medio termine – conclude l’intervistata – ci siamo posti l’obiettivo di portare le nostre tecnologie in quei Paesi come la Cina e larga parte dell’Africa che ancora necessitano di uno sviluppo del settore agricolo proponendo attrezzature rivolte a soddisfare le specifiche esigenze locali. Una politica supportata da strategiche partnership commerciali ed in linea con la forte propensione all’export del Gruppo Nardi, presente con i suoi prodotti in 80 Paesi.

(© pubblicato su “Mondo Agricolo”, 1/2011)

Tenute Silvio Nardi
Casale del Bosco
53024 Montalcino (SI)
www.tenutenardi.com