Le degustazioni
24th Ago 2013Posted in: Le degustazioni Commenti disabilitati su Amarone Zenato: recondita armonia
Amarone Zenato: recondita armonia

Sempre poderoso e longevo com’è nella sua intrinseca natura, ma ingentilito da quella morbidezza, il caratteristico velluto, che ha conquistato il gusto anche dei palati meno temprati. Così l’Amarone ha da tempo trovato la sua strada, riemergendo dal buio degli anni Ottanta e diventando il “grande veronese” richiesto in tutto il mondo. Del resto questo maestoso e complesso rosso della Valpolicella classica – generato dalle tipiche uve della sua terra messe ad appassire per 4 mesi e poi vinificate –  è reduce da un lungo percorso segnato dalla ricerca, ad opera dei suoi produttori più illuminati, di una maggiore profondità espressiva con occhi rivolti sia alla tradizione sia alle esigenze del mercato.

Ed è appunto l’Amarone il vino icona e il piccolo gioiello di casa Zenato, griffe dell’enoico made in Italy apprezzata a livello internazionale. Una fama ben meritata da parte di questa bella azienda di Peschiera del Garda sempre fedele alla propria matrice veneta che, forte di una vocazione familiare di oltre mezzo secolo e di 75 ettari di vigneto, ha saputo diventare egregiamente “bifronte” connettendo in un arco ideale due rinomate aree del panorama vitivinicolo italiano come quella del Lugana e la Valpolicella. Tutto ha preso il via grazie al talento e alla passione per le varietà locali nutrita dal fondatore dell’azienda Sergio Zenato, dedito a partire dal 1960 a sviluppare nelle vigne impiantate sulle morene del basso Lago di Garda il potenziale dell’autoctono vitigno Trebbiano di Lugana dando vita a grandi bianchi Lugana via via sempre più premiati dalla critica enologica. Poi gli orizzonti si sono ampliati fino alle dolci colline nel cuore della Valpolicella, dove sono stati realizzati importanti programmi di nuovi vigneti e di valorizzazione di quelli esistenti (sono 35 gli ettari vitati posseduti qui dall’azienda) in vista dei rossi più ambiziosi.

Oggi sono i figli di Sergio, insieme alla madre Carla, a portare avanti e a consolidare la risonanza del suo progetto: Alberto, che cura la produzione, dalla vigna alla bottiglia, e Nadia, impegnata a seguire i mercati e il marketing. Sotto la loro guida ispirata ad un viscerale attaccamento al proprio territorio e al desiderio di esaltarne le peculiarità, in equilibrio tra radici e innovazione, nessun dettaglio viene trascurato, tra i filari come nell’impeccabile cantina. Così è ulteriormente cresciuto il livello qualitativo di tutti i vini della gamma Zenato, grintosi e dall’intenso spettro aromatico, costantemente gratificati dal successo.

Ma a toccare spesso le vette più alte sono soprattutto i preziosi Amarone firmati dall’azienda, capaci di sposare carattere, volume, struttura e piacevolezza, e in particolare quelli degni di entrare nel novero delle Riserve Sergio Zenato, vendemmie d’eccellenza in grado di dare il giusto risalto all’identità del terroir e di regalare vini prodighi di emozioni esclusive. Frutto della selezione delle migliori uve Corvina, Rondinella e Oseleta raccolte nelle più vecchie vigne coltivate a S.Ambrogio di Valpolicella e lasciate lungamente ad appassire, affinate per almeno quattro anni in grandi botti di rovere e per un altro anno in bottiglia, l’Amarone Classico della Valpolicella Riserva Sergio Zenato si presenta subito con un bellissimo colore rubino carico con riflessi granato. Poi versato nel bicchiere seduce tanto il naso, con i suoi ampi ed eleganti profumi di frutta di sottobosco matura, spezie e un tocco di erbe aromatiche, quanto il palato, avvolto dal suo sapore caldo, pieno e di grande spessore, dal tannino setoso, dalla pregevolissima persistenza gustativa. Un campione di classe ed equilibrio che nell’edizione 2006 si è visto assegnare ben 95 punti – primo in classifica tra i rossi del Veneto – sulla guida The Wine Advocate dall’autorevole Robert Parker, che lo ha definito «vino meravigliosamente sontuoso … pieno di profumi reconditi”, stupefacente per “il senso di lunghezza e struttura… Una favolosa performance di Zenato».

L’ABBINAMENTO: L’AGNELLO SPEZIATO DI CRISTINA BOWERMANN

All’ultimo Vinitaly il battesimo dell’Amarone Riserva Sergio Zenato 2007 ha avuto una madrina eccellente. A firmare la prima magnum di questa smagliante annata del grande rosso della Valpolicella presentato dalla cantina veronese è stata infatti Cristina Bowerman, donna, madre, imprenditrice e talentuosa cuoca in uno, per giunta una delle pochissime chef donna insignite dalla stella Michelin.

Glass Hostaria

Pugliese di origine, una laurea in giurisprudenza messa nel cassetto dopo aver capito di volersi dedicare agli studi culinari, tanti viaggi e soggiorni all’estero, specialmente negli  Stati Uniti (si considera per metà americana) e in Francia, la passione per il contatto con culture diverse. Poi nove anni fa, dal connubio tra l’esperta e creativa mano di Cristina e il solido mestiere in sala del socio, e compagno di vita, Fabio Spada, è nato a Roma, nel caratteristico popolare cuore di Trastevere, il bellissimo ristorante Glass Hostaria, spazio su due piani ultramoderno e d’atmosfera cosmopolita assolutamente controcorrente rispetto al contesto (vecchie facciate e tipiche trattorie “romane”, tanto per intenderci) che lo circonda. Progettato su una ex officina di meccanico da un team di architetti e designers di grido, Glass accoglie gli ospiti in ambienti dove la scena è dominata da un mix di legno, acciaio e vetro, gli arredi sono sobri e curatissimi sotto la luce calda e soffusa degli originali lampadari, la cantina è vasta e ricca, il gioco di squadra della giovane équipe è perfetto.

Romeo

Squadra e armonia in primo piano, peraltro, anche nella nuova creatura romana della vulcanica coppia aperta l’anno scorso nel quartiere Prati assieme ai fratelli Pierluigi e Alessandro Roscioli, marchio storico della gastronomia capitolina: il Romeo (era, pare un destino, una antica carrozzeria Alfa Romeo), innovativo concept di forno-drogheria-ristorante, anch’esso in stile di puro design, dove si possono assaggiare piatti semplici e tipici, ma ricercati, a prezzi accessibili. Tra i fornelli del Glass, invece, chef Bowerman incanta con la sua cucina sperimental-moderna ma sensibile ad una tradizione interpretata e mai stravolta. Una cucina elegante e ricca di idee ma rigorosa, che ama i sapori netti (retaggio della natia Puglia?) e non teme di osare, ma sempre nella logica del coerente equilibrio gustativo anche nell’azzardo di accostamenti inconsueti.

Di qui una serie di piatti mai banali come i fantastici raviolini ripieni di parmigiano con asparagi e burro di Normandia (grande classico della chef), le animelle glassate, le scaloppe di foie gras di anatra, fichi e croccante di nocciole e panbrioche. In abbinamento con l’intenso e morbido Amarone Riserva Sergio Zenato Cristina Bowerman propone un suo squisito agnello speziato al sommaco e accompagnato da vari tuberi saltati in padella e salsa di carota allo zenzero.

© pubblicato su “Mondo Agricolo”, giugno 2013

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