Le degustazioni
26th Lug 2013Posted in: Le degustazioni Commenti disabilitati su Tenuta di Ghizzano: lo stile di Ginevra
Tenuta di Ghizzano: lo stile di Ginevra

Ci sono vini benemeriti che hanno aperto una strada ad altre cantine e sono diventati nel tempo un punto di riferimento per il loro comprensorio vitivinicolo. Tra questi, partorito nel 1985, il Veneroso, primo grande rosso in bottiglia della Tenuta di Ghizzano in quel di Peccioli: un blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon maturato in piccoli fusti, arrivato allora a dimostrare eloquentemente le possibilità enologiche della terra di Pisa.

Ghizzano, adagiato sulle dolci colline dell’entroterra pisano, è un piccolo borgo medievale praticamente intatto e ricco di fascino. I Venerosi Pesciolini, uno dei più illustri casati toscani legati al mondo del vino, misero piede qui nel 1370 e da allora la Tenuta di Ghizzano – estesa oggi su 350 ettari, di cui 20 a vigneto – è rimasta sempre nelle mani dei suoi fondatori. Ad avviare il nuovo corso dell’azienda, appunto negli anni ’80, fu il conte Pierfrancesco Venerosi Pesciolini, determinato a raccogliere la sfida del vino di qualità e così convinto di poter contare su un terroir di tutto rispetto da decidere, andando controcorrente, di investire in vigna e in cantina per spiccare il grande salto ed affrontare a testa alta anche un mercato internazionale. Ma la nascita del Veneroso era solo l’inizio di un percorso di miglioramento incessante per la Tenuta di Ghizzano, oggi guidata con piglio sicuro dalla figlia del conte Ginevra, che dirige tutte le operazioni, in cantina e anche tra i filari.

Sotto la sua regia ha preso crescente impulso il nuovo piano di impianti che ha rivoluzionato le vigne aziendali, con densità elevatissime e logiche produttive estremamente severe in nome dell’eccellenza. Il tutto in un’ottica di rispetto totale del territorio, operando da oltre dieci anni secondo i principi dell’agricoltura biologica (dal 2008 con certificazione dell’ente Suolo e Salute) e seguendo a partire dal 2006 i dettami della biodinamica.

Dal 2001, poi, ha preso il via l’attività agrituristica, ristrutturando con cura e fedeltà allo spirito rurale alcune case poderali, ciascuna munita di proprio spazio verde e  propria piscina, arredandole con mobili di famiglia e dotandole di ogni comfort per offrire un’ospitalità “calorosa” ma comunque all’insegna della qualità e della raffinatezza.

Molto in questa splendida realtà delle Colline Pisane si deve alle consulenze di grandi nomi dell’enologia nazionale ma con il crescere dell’esperienza di campo le scelte di Ginevra Venerosi Pesciolini sono divenute sempre più determinanti per i vini della Tenuta,  contraddistinti dal frutto maturo e dal legno ben integrato, oltre che dalla marcata impronta naturale. E se spicca con prepotenza l’altro gioiello della cantina, il Nambrot, il complesso uvaggio di Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot con cui si è voluto marciare sul versante dell’innovazione (senza però mai tradire i tratti distintivi impressi da queste morbide colline), il ruolo di etichetta simbolo dell’azienda spetta ancora al Veneroso, che con gli anni ha acquistato ulteriore classe, personalità e lustro, espressione sempre puntuale delle caratteristiche del terroir di appartenenza soprattutto grazie a quell’eleganza che è la vera cifra stilistica dei vini proposti dalla Tenuta di Ghizzano.

Il Sangiovese, che sui terreni aziendali a tessitura sabbioso-argillosa assimila, coniugate alla potenza, particolari mineralità e dolcezza di tannini, è ora protagonista assoluto (70%) nel Veneroso, che fermenta su lieviti indigeni e trascorre 16 mesi ad affinare in botte regalando un vino dal colore rosso rubino intenso, straordinariamente ricco di profumi fruttati e speziati. In bocca è caldo, rotondo e vellutato, pieno e corposo, con un finale lungo e persistente. Un trionfo di armonia.

 

L’ABBINAMENTO: MARINA DI BIBBONA, LA BARACCA DELLO ZAZZERI

Si arriva attraverso una piccola strada sterrata e dal di fuori appare come una semplice “baracca” di legno installata sulla sabbia di un ameno lembo  di spiaggia abbracciata dalla magnifica distesa di pini che da Bibbona segue la costa livornese fino a Cecina. All’interno impera il buon gusto, in un accogliente salone arredato in stile navale, con un bel parquet marrone scuro e due pareti fatte di ampie vetrate con bellissima vista mare per  “immergersi” nei profumi di acqua e sale. Location favolosa, quella del celebre locale La Pineta di Marina di Bibbona, annoverato tra i migliori ristoranti di pesce della Toscana, fregiato da una stella Michelin ed indirizzo per veri intenditori del gusto.

All’atmosfera decisamente particolare (specie in inverno) si sommano un servizio premuroso senza essere invadente, una carta dei vini ultravariegata con aperture al mondo e soprattutto il carisma e la perizia dello chef e patron della Pineta Luciano Zazzeri. Una vita trascorsa a contatto con il mare, tra barche e reti, e dietro al prestigioso ristorante sulla spiaggia di Bibbona, attività di famiglia nata negli anni ‘60 con i suoi genitori e adesso condotta insieme ai figli Andrea, sommelier, e Daniele, aiuto cuoco.

Oggi Zazzeri è conosciuto e apprezzato in Italia e all’estero, ma ha mantenuto intatto il suo animo di pescatore che conosce il buon pesce e sa usarlo con maestria, così come non sono cambiate la curiosità e la visione della sua cucina, impostata su una classicità che punta moltissimo sulla eccellente qualità e freschezza della materia prima. Basti dire che ancora oggi tre barche di proprietà assicurano sempre al ristorante un pescato appena tratto dal suo ambiente, cosicché il menu varia a seconda di quanto restituito dal mare, in sposalizio con i prodotti di stagione.

Ecco dunque piatti freschissimi, interpretati in giusta misura e con una cura che li rende speciali, come il millefoglie di baccalà mantecato, gli storici straccetti di pasta fresca alle triglie, i tagliolini con i ricci di mare, il famoso bollito misto di pesce (servito con maionese appena fatta) o il superlativo cacciucco della Pineta. Quanto alla specialità da abbinare al Veneroso, Luciano Zazzeri non ha dubbi: i suoi deliziosi paccheri con polpo novello, capperi di Pantelleria, pomodorini e origano.

 

© pubblicato su “Mondo Agricolo”, aprile 2013

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