Battezzare un vino rappresenta di solito una complessa operazione di marketing che si snoda lungo un tortuoso percorso dove le logiche di mercato hanno quasi sempre il sopravvento sulle ragioni del cuore. Marciando un po’ controcorrente i Fratelli Berlucchi (70 ettari di vigneto nel cuore della Franciacorta), alla ricerca di un nome per la loro linea di vini di maggior prestigio, hanno voluto invece che a prevalere fosse il sentimento ed hanno optato per “Casa delle Colonne”, l’antica villa di famiglia in Borgonato di Corte Franca, dove Francesco, Roberto, Marcello, Gabriella e Pia Donata hanno trascorso l’infanzia. «Lì nostra madre, valente pianista milanese purosangue, ha trasfuso il suo spiccato senso artistico in un elegante giardino all’italiana e lì, nel grande brolo cintato, nostro padre, grande esperto nella costruzione di dighe, ha iniziato negli anni ’30 le sue avventure di appassionato viticoltore» racconta Pia Donata, imprenditrice romantica sì ma con i piedi per terra, per sua stessa definizione, dal 1977 amministratore delegato dell’azienda agricola e capace di farsi valere anche in un mondo tipicamente maschile come quello della Banca d’Italia (è stata la prima donna in assoluto a sedere nel consiglio della filiale bresciana della banca centrale).
A legare il nuovo autorevole rosso Casa delle Colonne al passato non è soltanto il nome dell’antica dimora in cui si affollano i ricordi della famiglia Berlucchi. C’è anche il recupero della tradizione dei rossi tranquilli, che ancora prima del glorioso trionfo delle bollicine si estrinsecava su scala aziendale attraverso la produzione di un numero ristretto di bottiglie, capace però di raccogliere ampi consensi. Lo testimonia l’elogio formulato, all’incirca venticinque anni fa, da Adriano Ravegnani nel suo “I cento vini d’Italia”, dove i rossi franciacortini della Fratelli Berlucchi vengono definiti la giusta via di mezzo tra i loro omologhi piemontesi, talvolta troppo potenti, e quelli veneti nei quali a profumi esaltanti non sempre corrispondeva un adeguato corpo.
Il rosso Casa delle Colonne, recentemente presentato alla stampa specializzata nel corso di un pranzo organizzato presso l’azienda F.lli Berlucchi con la collaborazione della Thompson International Marketing, ripropone in versione moderna un uvaggio storico della zona, il binomio Cabernet Franc (60%) – Merlot (40%). La fermentazione delle uve, raccolte all’inizio dell’appassimento dopo severissime potature, avviene in tinelle di acciaio a forma tronconica che consentono, per come sono state costruite, di agire repentinamente sulla temperatura del mosto ottimizzando in tal modo le varie parti della fermentazione, con estrazione iniziale a freddo di colore e profumi per poi riservare temperature decisamente più elevate alla fase finale del ciclo fermentativo. A fermentazione malolattica conclusa, il vino viene passato in contenitori di legno da 12 ettolitri, dotati di leggera tostatura; dopo circa 18 mesi viene travasato in botti di rovere di Slavonia di capienza superiore e prima dell’imbottigliamento sosta ancora per circa 12 mesi in vasche di acciaio.
Il brillante risultato (6.610 bottiglie numerate), al quale l’enologo Cesare Ferrari ha contribuito con le sue attente cure, è un rosso di notevole spessore dai profumi morbidi che coniugano delicate spezie lignee con il permanere di una piacevole fragranza di frutto e lo stesso amalgama si ritrova in bocca, dove tannini complessi e vellutati lasciano spazio ad aromi concentrati di frutta. Perfetto l’abbinamento, proposto nel corso del pranzo-degustazione, con due piatti tipici della gastronomia bresciana, la polenta scura con ragù di corte e spinaci e il guanciale di vitellone, accompagnato da purea cremosa, ideati e cucinati da Franco, Mauro e Piero del Leon d’Oro di Prealboino (Stella Michelin).
«In una zona vinicola come la Franciacorta, ormai consacrata nell’empireo delle bollicine, la nostra azienda ha voluto recuperare un altro aspetto della storia enologica locale, oltre che familiare, quello del vino rosso di pregio» puntualizza Pia Donata Berlucchi. Ma se a Borgonato di Cortefranca si accendono i riflettori sul nuovo rosso, che va a formare un prestigioso tris con il Terre di Franciacorta Doc, dal profumo vinoso e dal sapore asciutto ed elegante, e alla selezione Dossi delle Querce, uvaggio di Cabernet Franc, Merlot, Nebbiolo e Barbaresco dal bouquet intenso ed armonioso, prodotto solo in annate particolari ed invecchiato tre anni nella sotterranea cantina in grandi botti di rovere di Slavonia, al centro delle strategie aziendali restano comunque gli spumanti Franciacorta Docg, ottenuti da uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco con il metodo classico della rifermentazione in bottiglia e tutti millesimati, ovvero maturati per almeno 37 mesi (30 a contatto con i lieviti in bottiglia) e datati sull’etichetta con l’anno di vendemmia. Non a caso la top line Casa delle Colonne, destinata a futuri ampliamenti, ha debuttato proprio con il prezioso Brut Docg Millesimato 1997 proveniente da uve Chardonnay (80%) e Pinot Nero (20%), dal sapore maturo e amabilmente liquoroso, pluripremiato dalle più qualificate guide del settore.
(pubblicato su “Mondo Agricolo”, 2005)