Le degustazioni
10th Ago 2012Posted in: Le degustazioni Commenti disabilitati su Cantine Astroni, alle origini della Falanghina
Cantine Astroni, alle origini della Falanghina

Se in Sicilia sui vini figli del vulcano, espressione di una viticoltura eroica il cui fascino è direttamente proporzionale alla fatica richiesta per praticarla, hanno scommesso i più bei nomi dell’enologia locale scatenando una vera e propria corsa all’acquisto dei pochi terreni ancora disponibili all’ombra dell’Etna, in Campania, nell’area flegrea, l’urbanizzazione selvaggia ha avuto in genere la meglio sulla vocazione enoica del territorio. Ma le eccezioni fortunatamente non mancano. Spiccano tra queste le Cantine Astroni, con i loro vitigni che si inerpicano sulle pendici del cratere spento degli Astroni, a pochi metri dalla Riserva naturale dello Stato e oasi del Wwf.

Anche se le origini dell’azienda vengono fatte risalire al 1891 allorché Vincenzo Varchetta ritenne fosse giunto il momento di trasformare quello che era un antichissimo piacere, l’arte di produrre vino, in una fiorente attività commerciale, fu in realtà suo figlio Giovanni, al ritorno  dalla seconda guerra mondiale,  a dar corpo alle intuizioni paterne. Oggi spetta alla terza e alla quarta generazione l’impegno di portare avanti un ambizioso progetto di piena valorizzazione dell’ampelografia campana. Di esso l’espressione più conosciuta è sicuramente la Falanghina Doc dei Campi Flegrei Falangos, caratterizzata da un ottimo equilibrio fra acidità, freschezza e sapidità. Le uve provengono da vigneti allevati a Guyot uni-bilaterale, su terreni franco-sabbiosi, con presenza di limo, e sono raccolte in genere nella prima decade di ottobre (rese medie: 70-80 q.li per ettaro). Il processo di vinificazione prevede la criomacerazione che si protrae per due settimane, seguita dalla fermentazione in vasche d’acciaio “sur lies” per alcuni mesi.

L’annata 2011, di colore giallo paglierino con riflessi dorati e sfumature di un verde appena accennato, presenta un bouquet composito, con predominanza di note fruttate e una spiccata connotazione minerale marino-salmastra, che è un po’ il tratto tipico della Falanghina flegrea. Al gusto manifesta pienezza e morbidezza ac­compagnate da una discreta persistenza, contraddistinta da sensazioni mielate e tenui sfumature speziate. È un vino da bere giovane, nei primi due anni, per la sua raffinatezza aromatica complessiva che si svela lentamente nel bicchiere. Servito a 12-14°C, si sposa benissimo con frutti di mare crudi, scampi, gamberi e carpacci di pesce fresco. Perfettamente riuscita anche la “liaison” con risotti alle verdure e verdure grigliate in genere.

L’ABBINAMENTO: POLPETTINE DI RICOTTA SU SALSA DI FICHI – DAL MENU’ DEL RISTORANTE LE BISTROT (ROMA)

 

L’abbinamento consigliato, all’insegna della delicatezza, fa parte del variegato e allettante menù del ristorante Le Bistrot di Roma, uno dei migliori indirizzi della Capitale per chi vuole mangiare vegetariano. Alle titolari, le sorelle Daniela e Barbara Sabbatini, va il merito di proporre una cucina creativa e sfiziosa che ha nella scelta meticolosa delle materie prime e nell’accuratezza della preparazione i suoi punti forti.

Accoglienza e ospitalità ai massimi livelli conferiscono al locale, piccolo ma arredato con eleganza e sobrietà, una marcia in più. Il quartiere è quello della Garbatella, da rione popolare, qual era, salita al rango di ricercata zona residenziale e sempre più crocevia di cultura, arte e musica.

© Barbara Mengozzi

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