Le degustazioni
1st Giu 2011Posted in: Le degustazioni Commenti disabilitati su Brindisi d’estate
Brindisi d’estate

Fresco e morbido, sostenuto da una buona acidità, ricco di profumi fruttati e di sfumature aromatiche, versatile negli abbinamenti. È l’identikit del vino per l’estate, la stagione che tradizionalmente richiede prodotti beverini, da gustare con piatti freddi, leggeri e poco grassi, per soddisfare l’esigenza di refrigerio dettata dalle alte temperature. Al top delle preferenze, ovviamente, i vini bianchi ma non va trascurata la validissima alternativa dei rosati, che, dopo il boom degli anni Cinquanta ed un lungo declino, già da qualche anno sono tornati in voga all’insegna di un bere easy e chic al tempo stesso. Quanto ai rossi, accantonati per altre stagioni quelli eccessivamente corposi e complessi, c’è sicuramente spazio per prodotti giovani e poco tannici per i quali l’abbinamento con determinati piatti a base di pesce non fa più gridare allo scandalo, così come è accettabile, entro certi limiti, l’abbassamento della temperatura di servizio.

Pescando qua e là nell’ampia e variegata offerta enologica del nostro Paese ecco qui di seguito una serie di proposte, tutte riferite all’ultima annata in commercio, capaci di appagare olfatto e gusto concedendoci una pausa rinfrescante dalla calura estiva. Dalla Cantina di Tramin/Termeno, una delle cantine sociali di più antica tradizione dell’Alto Adige, la cui immagine è legata a doppio filo al Gewürztraminer, arriva T Bianco, un accattivante blend di Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon e Riesling che si fregia dell’Igt Dolomiti. Contraddistinto all’olfatto da delicate note di fiori bianchi e mela, evidenzia al palato, insieme ad una leggera nota aromatica, una giusta acidità, che ben supporta il grado alcolico di 12,70%, e pregevole equilibrio. Vino giovanile, dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, è ideale per gli aperitivi ma si abbina facilmente anche a primi leggeri, verdure e pesce.

Ci spostiamo dal Nord all’estremo Sud con il Guardiola, polposo Chardonnay siciliano frutto dell’incontro tra l’Etna e Andrea Franchetti, titolare in Toscana della Tenuta di Trinoro. A Passopisciaro, sul versante nord del vulcano, intorno ai mille metri di altitudine, giovani vigneti piantati con selezioni di Chardonnay della Côte de Nuits danno origine ad uve cariche di profumi, aiutate nella maturazione dai notevoli sbalzi di temperatura fra il giorno e la notte. Nel bicchiere l’annata 2010 è più solare ed esplosiva delle precedenti grazie ad una vendemmia, a più passaggi, leggermente ritardata e alla crescita delle viti che si traduce in un vino dal corpo più ricco e consistente. Rinfrescato da una bella spalla acida svela l’origine da terreni lavici attraverso note saline e minerali, con finale intenso e persistente. Metà del vino è stato accantonato e verrà presentato nel 2012 dopo un anno di affinamento in bottiglia. Ottimo con pesci e crostacei ma anche in accompagnamento ad aperitivi rinforzati.

Grande armonia tra le componenti gusto-olfattive e perfetto bilanciamento nel rapporto aromi-struttura per il Sauvignon di Volpe Pasini proveniente dal cuore della zona Doc Colli Orientali del Friuli, fermentato in acciaio e vetro e a metà strada tra vino di vitigno e vino di territorio. Le note varietali “verdi” e “ghiaiose” tipiche del Sauvignon, evidenti all’olfatto, si stemperano al palato, dove prevalgono aromi sempre fruttati, ma più morbidi ed eleganti. Un vino che coinvolge ed affascina sia bevuto come aperitivo lontano dai pasti, sia in abbinamento a crostacei, al pesce, ma anche a primi piatti dove sia presente il pomodoro ed il peperone.

Si avvale della tecnica dell’iperriduzione (assenza di ossigeno), finalizzata ad esaltare la componente aromatica peculiare del vitigno, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Federico II A.D. 1194 dell’azienda Montecappone. Vinificato in acciaio, sosta per 4-5 mesi sui propri lieviti prima di essere imbottigliato, così da raggiungere i vertici della tipicità. Vino aperto e riconoscibilissimo nel suo bouquet in cui si mescolano frutta tropicale, anice e salvia, con richiami evidenti di clorofilla, si presenta morbido e caldo al gusto benché sorretto da una vena acida che stempera l’ampiezza alcolica. Da provare con insalata di crostacei, orata al cartoccio, stoccafisso all’anconetana.

Ottima sinergia gusto-olfattiva, spiccata finezza ed una vena sapida sono i tratti distintivi del Falerno del Massico di Villa Matilde, l’azienda casertana alla quale va il merito di aver fatto rinascere e ricondotto alle antiche glorie il vino più pregiato e celebrato dell’antichità, oggi rivisitato in chiave moderna con una veste particolarmente godibile. Per ottenere una maggiore estrazione aromatica e di struttura le uve sono sottoposte a criomacerazione. Segue una decantazione a freddo del mosto che successivamente fermenta ad una temperatura controllata di 18-20°C per circa 15 giorni. Ottenuto da uve Falanghina al 100% e sostanzialmente orientato alla “classicità”, si sposa magnificamente con preparazioni a base di pesce e crostacei.

Sul fronte delle bollicine, sempre più protagoniste di nuove abitudini di consumo – dall’happy hour al tutto pasto, al dopocena –, boom di preferenze per il Franciacorta Brut Storica 61 di Berlucchi, un prodotto molto trendy con il quale la maison che ha marcato la storia spumantistica franciacortina ha voluto festeggiare i suoi primi 50 anni di vita. In primo piano il look brioso, in perfetto stile sixties, ma il contenuto non è da meno: una piacevolissima cuvée di Chardonnay (90%) e Pinot Nero (10%), preparata nella primavera successiva alla vendemmia, con l’apporto del 10% di vini di riserva di annate precedenti. L’affinamento a contatto con i lieviti si protrae per almeno 18 mesi e dopo la sboccatura le bottiglie riposano in cantina per altri due mesi. Emergono al naso profumi freschi di frutti bianchi e note floreali discretamente persistenti e di media intensità; grande freschezza e garbata acidità al gusto, perlage sottile e continuo. Vino da tutto pasto e senza confini, accompagna ottimamente alcuni piatti tipici della Franciacorta, dai casoncelli (ravioli ripieni) ai pesci di lago (persico e salmerino), esaltandone i sapori senza sovrastarli.

Chiude la carrellata una superba interpretazione del rosato da parte di una delle aziende di riferimento della Costa toscana. Sassi Rosa, l’ultima creazione del Castello del Terriccio, secondo una prassi comune a tutti i vini aziendali i cui nomi evocano direttamente il territorio dove prendono origine, è un richiamo ai sassi rosa in cui ci si può imbattere passeggiando nella tenuta. Per questo Syrah in purezza declinato in rosa il genio creativo di Gian Annibale Rossi di Medelana, artefice della svolta qualitativa nel segno del terroir che ha cambiato volto all’azienda elevandola a protagonista del palcoscenico enoico internazionale, si avvale della preziosa collaborazione dell’enologa Graziana Grassini, tornata in quel di Castellina Marittima dopo dieci anni. Criomacerazione di 3 ore e affinamento per 6 mesi in acciaio caratterizzano il processo produttivo. Rosa delicato; olfatto che evidenzia aromi di fiori di pesco e d’arancio. In bocca si susseguono sensazioni fruttate (pompelmo rosa, fragola, ribes, melograno). Il finale morbido e sapido rispecchia la tipica mineralità e ricchezza dei vini del Terriccio. In sintesi, un debutto più che felice per il primo rosato dell’azienda.

(© pubblicato su “Mondo Agricolo” 7-8/2011)

 

 

 

 

 

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