Petra

Dalla Franciacorta, terra delle bollicine per antonomasia, fino alla mediterranea Toscana con la determinazione a produrre grandi vini rossi e ad interpretare al meglio il territorio, cogliendone i caratteri peculiari e la tipicità dei suoli per farne un’area viticola d’eccellenza. Animato da questo desiderio Vittorio Moretti, imprenditore bresciano di successo titolare della Bellavista di Erbusco, uno dei marchi di punta della spumantistica nazionale, ha voluto investire sulla costa tirrenica toscana nella livornese Val di Cornia, una delle più valide realtà enologiche emergenti italiane. Qui, in quel di Suvereto in località San Lorenzo Alto, una decina di anni fa è divenuto proprietario della tenuta Petra, estesa su 300 ettari di vigneti, boschi e oliveti in un paesaggio che dalle colline maremmane digrada verso il mare, avviandovi un importante e ambizioso progetto destinato a dar vita ad un’azienda vitivinicola di indiscusso valore e prestigio.

Francesca Moretti

Progetto condiviso con slancio, sensibilità e competenza dalla giovane figlia di Vittorio, Francesca Moretti, che gestisce la nuova impresa enoica di famiglia e ha seguito la zonazione dei terreni aziendali, in collaborazione con un esperto del settore del calibro di Attilio Scienza, occupandosi in prima persona delle vinificazioni di Petra, già nel 2001 sul mercato con due rossi interessanti ed un pregiato olio premiato sin dagli esordi con significativi riconoscimenti. Ma Petra, oltre a 93 ettari di vigneti meticolosamente curati, vanta la sua famosa avveniristica cantina (8.000 metri quadri con capacità produttiva di 800 mila bottiglie) adagiata sulla collina, realizzata dall’architetto svizzero Mario Botta, opera di grande spicco ma perfettamente integrata con le vigne di Suvereto che la circondano. Un luogo di trasformazione e invecchiamento di vini che esprimano autenticamente il terroir, innanzitutto, ma anche di accoglienza e di scambio di culture ed esperienze, capace di comunicare con forza la viva passione e tutto l’impegno profuso dai Moretti e dal valente team aziendale coordinato dal direttore tecnico Pierangelo Bonomi e, negli ultimi anni, anche dall’enologo francese Pascal Chatonnet, uno dei “guru” della zona di Bordeaux.

Nella cantina modello di Petra le uve aziendali di elevata qualità vengono lavorate attingendo al meglio della tradizione con tecniche e criteri moderni in vista di un obiettivo ben preciso: creare vini intimamente legati alla personalità della terra con una loro cifra stilistica fatta di simmetrico equilibrio tra struttura, longevità ed eleganza. Doti che contraddistinguono appunto in misura sempre maggiore i vini di alto livello proposti dall’azienda suveretana, a partire dal portabandiera di casa, il Petra Igt Toscana, taglio bordolese di razza ricavato da uve perfettamente mature di Cabernet Sauvignon e Merlot (coltivate entrambe nel terroir scelto apposta per esaltarne le migliori specificità) vinificate in vasche di acciaio e tini di legno di rovere a temperatura controllata, con sosta per 18 mesi in barrique di Allier, Nevers e Tronçais di tostatura media e leggera. Il risultato è un rosso che sa ben coniugare la potenza, retaggio del territorio, con il tratto elegante, requisito assai più difficile da ottenere in queste zone, intenso nella complessità dei profumi, deciso e corposo al gusto e al tempo stesso armonico e avvolgente. Un “Supertuscan” di vaglia affiancato dal Quercegobbe, un Merlot in purezza (l’uva prediletta da Francesca Moretti che con lei ha scelto di cimentarsi al massimo del trasporto e della progettualità) che sui suoli aziendali ricchi di manganese e metalli, così simili alle argille del Pomerol francese, ha trovato un ambiente ideale: ne deriva un vino dal bel profumo fruttato e dal sapore raffinato e vigoroso con dolci tannini e corpo, alcol e acidità bilanciati e ben evidenti.

Ricca espressione della zona, poi, l’Ebo Val di Cornia Doc, uvaggio di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon, generoso di sensazioni olfattive, pieno, morbido, accattivante al palato e di buona persistenza. Tutto giocato sulla leggerezza e il profumo e frutto di un approccio sperimentale al vigneto e alla cantina, lo Zingari, da uve Merlot, Syrah, Petit Verdot e Sangiovese vinificate in acciaio, è fragrante, gradevole, pronto alla beva. Nasce infine dal recupero di vecchie vigne e di seducenti grappoli di Malvasia, Trebbiano, Clarette e Vermentino, i vitigni tradizionali dei grandi vini regionali da meditazione, il dolce L’Angelo di San Lorenzo, ottenuto dalla selezione delle migliori uve raccolte surmature e messe ad essiccare su reti per almeno tre mesi, fermentate in legno e affinate per sette, otto anni per procedere poi al blend finale: di qui un vino affascinante, che con il suo colore, l’aroma e il complesso bouquet racconta tutto il sole, i profumi e la storia di questo splendido angolo di Toscana.

La degustazione

Sono passati soltanto undici anni dalla prima edizione di Petra, targata 1997, ma il brillante percorso evolutivo compiuto da questo autentico “cavallo di razza” ne sottintende molto di più. Segno evidente della volontà del prestigioso staff di casa Moretti, sostenuto da un energizzante spirito di squadra, di bruciare le tappe in quello che possiamo definire un vero e proprio processo creativo, con la complicità di un territorio dove la vite, attentamente seguita, può veramente dare il meglio di sé. Si giustifica così quel pizzico di provocazione che ha indotto Vittorio Moretti e la figlia Francesca, unitamente agli enologi di Terre Moretti Pierangelo Bonomi e Pascal Chatonnet e ai rappresentanti del settore P.R. e marketing, ad organizzare, qualche mese fa, con la sapiente regia di Marina Thompson, un’iniziativa alquanto singolare: sottoporre Petra 2004, insieme a sei “perle” del Bordolese dello stessa annata, al giudizio alla cieca di un gruppetto di giornalisti della stampa enoica. Ebbene, l’anima mediterranea di Petra, abbinata ad una grande struttura sorretta da perfetta eleganza e bevibilità, non ha affatto sfigurato al confronto con autentici giganti: dall’aristocratico Cheval Blanc, “vino mito” noto anche non addetti ai lavori grazie a Sideways, il road movie di Alexander Payne, al seducente e setoso Pichon Longueville Comtesse de Lalande, al più aggressivo e potente Chateau Figeac, per citarne alcuni. Ma c’è anche un altro aspetto che merita di essere sottolineato e che dal confronto è emerso con prepotenza: la grande personalità ed unicità di questo magnifico rosso suveretano, al quale si prospetta, vista la stoffa, un avvenire carico di soddisfazioni.

(pubblicato su “Mondo Agricolo” 10, 2008)

Petra
Loc. San Lorenzo Alto 131
57030 Suvereto (LI)
www.petrawine.it