Le degustazioni
30th Lug 2012Posted in: Le degustazioni Commenti disabilitati su Verrone Fiano Riserva Girapoggio, l’interpretazione cilentana del Fiano
Verrone Fiano Riserva Girapoggio, l’interpretazione cilentana del Fiano

Fino a poco tempo erano in molti a chiamarlo “l’altro Fiano” per distinguerlo da quello di Avellino eletto al rango di archetipo, oggi c’è addirittura chi ha coniato la denominazione Agropoli Valley identificando in questo comprensorio del Cilento la nuova frontiera delle viticoltura campana. Senza avventurarsi in azzardati raffronti, di certo ci sono tutti i presupposti per parlare di interpretazione cilentana del Fiano, alla base di prodotti con una loro ben distinta personalità, diversi quindi ma in più occasioni assolutamente all’altezza di quelli irpini. Un brillante traguardo raggiunto grazie al lavoro di un gruppetto di volenterosi che già negli anni ‘70 hanno deciso di procedere controcorrente rinunciando alle rese elevate di un vitigno “straniero” come il Barbera per intraprendere il cammino della qualità autoctona. Piena fiducia, quindi, nelle potenzialità di Aglianico e Fiano sostenuti, sul fronte commerciale, da un ragionato rapporto qualità-prezzo.

Si ispirano a questa strategia anche le scelte dell’azienda Verrone: 13 ettari, di cui una decina vitati, sulle colline di Agropoli, in provincia di Salerno. Qui si persegue fin dal 1971 la passione per la viticoltura e la ricerca di tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale, con l’obiettivo di ottenere vini dalla personalità forte e tipicamente cilentana, lontani da ruffianeria e omologazione. Perfettamente in linea con questa scelta il Fiano Riserva Girapoggio, particolarissimo Fiano in purezza che si fregia della Doc Cilento e prodotto di nicchia a tutti gli effetti (la produzione ammonta a circa 1.500 bottiglie da 750 millilitri). Le uve, provenienti dalla vigna più vecchia dell’azienda, piantata su flisch cilentano argilloso-calcareo ed esposta ai raggi del caldo sole estivo, vengono raccolte rigorosamente a mano alla fine di settembre. Alla fermentazione in vasche d’acciaio termocondizionate fanno seguito l’affinamento per un anno in barriques di terzo passaggio e per un altro anno in bottiglia.

L’annata 2008 si presenta di un bel colore giallo paglierino carico, dai riflessi dorati. Profumi floreali e fruttati emergono in rapida successione mentre  in bocca sensazioni di caldo e fresco si mescolano per dare origine ad un finale intenso e persistente, con belle note minerali in evidenza e una velata tannicità che completa l’insieme. «Questo Fiano – sostiene efficacemente il produttore – ha il dono della semplicità che diventa assoluta profondità».

 L’ABBINAMENTO: LA CARBONARA DI MARE DI U’ ZIFARO

Semplicità e profondità intesa come persistenza di sapori sono anche i tratti caratteristici di quella tra le carbonare di mare che più rispetta i dettami di uno dei piatti “cult” della tradizione romanesca, sostituendo l’uovo di gallina con uova di riccio e bottarga (uova di muggine). L’originale pietanza, unita al Fiano Riserva Girapoggio da intense affinità elettive che poggiano sul territorio,  porta la firma di Maria Pugliese, abilissima ai fornelli nella rivisitazione di ricette indigene il cui filo conduttore è la cucina marinara all’insegna di qualità e freschezza. Le sue creazioni si possono gustare al ristorante U’Zifaro di Scario, che ha il pregio di abbinare ad un’offerta gastronomica di alto livello, accompagnata da un’altrettanto qualificata carta dei vini, un’ubicazione suggestiva. La sera,  infatti, ai più fortunati viene offerta la possibilità di cenare a lume di candela sulla terrazza che si affaccia sul porticciolo di uno dei borghi più belli del golfo di Policastro, lungo la costiera cilentana. Patron del locale, che annovera una clientela fatta di personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura,  è Vito Troccoli, figlio di Antonio che in paese chiamavano zifaro, un uccello di mare molto simile al gabbiano. Arredi sobri in stile marinaro aggiungono un tocco di  atmosfera a questa trattoria tanto piacevole alla vista quanto al palato che ha tra i suoi clienti più affezionati il “principe” Francesco De Gregori, con il quale Troccoli vanta un’amicizia storica, nata più di quarant’anni fa a Woodstock, durante quella celeberrima tre giorni di pace-amore-musica, simbolo di un’epoca e di un’intera generazione.

Barbara Mengozzi

(© pubblicato su “Mondo Agricolo” 7-8, 2012)

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