Castello Banfi

Capitale americano, intuito e lavoro italiani hanno dato vita, trent’anni fa, a Castello Banfi, “gigante” da 800 ettari di vigneto ed oltre 11 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, giustamente definito «il più grande progetto che sia mai stato realizzato nella produzione dei vini di qualità». Un progetto per molti versi rivoluzionario, a firma dei fratelli John e Harry Mariani, figli di un emigrato italiano e titolari di una delle più importanti società importatrici di vino italiano negli States, e del piemontese Ezio Rivella, enologo di fama mondiale e vignaiolo di origine. Con un programma a lungo termine ed un massiccio investimento di capitali, il team Mariani Brothers-Rivella ha conferito una marcia in più al contesto ilcinese, fino ad allora dominato da piccole produzioni equivalenti a gioielli di alto artigianato, proponendosi come valido modello imprenditoriale capace di coniugare quantitativi rilevanti di vino, declinati in un’ampia gamma di tipologie per fasce diverse del mercato, con un livello medio qualitativo sempre al vertice che trae origine da una minuzionsa ricerca sui vitigni.

A partire dagli anni Duemila Rivella ha lasciato la carica di amministratore delegato di Castello Banfi per mettersi in proprio e alla guida dell’avveniristica cantina-cattedrale (45 mila metri quadrati, di cui circa 20 mila coperti, nella sede storica del castello di Poggio alle Mura, secondo alcuni costruito addirittura dai Longobardi, meta ogni anno di 40.000 turisti del vino) troviamo i giovani manager Cristina Mariani-May, nelle vesti di proprietaria, ed Enrico Viglierchio in quelle di direttore generale. Ai grandi vini legati alla cultura del territorio, in primis il Brunello, proposto in una scala gerarchica che vede al top la polposa riserva Poggio all’Oro, tratta dai vigneti delle zone più vocate, e lo smagliante Poggio alle Mura, blend di cloni selezionati, l’azienda ha voluto affiancare via via dei prodotti innovativi saliti in breve tempo alla ribalta della critica enoica. Perfettamente all’altezza dei loro nomi i tre Supertuscan appartenenti alla Doc Sant’Antimo: il Summus, (Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Syrah), ampio, potente ed elegante, e l’Excelsus, taglio bordolese di singolare concentrazione e struttura, entrambi caratterizzati da un uso sapiente della barrique che esalta e non sovrasta le peculiarità dei vitigni. Nel Cum Laude, che dell’encomio è assolutamente meritevole, alle migliori uve rosse si aggiunge il Merlot per un morbido mix prodigo di emozioni.

(© pubblicato su “Mondo Agricolo” 5/2008)

Castello Banfi
Castello di Poggio alle Mura
53024 Montalcino (SI)
www.castellobanfi.com